@Raining

Studiare è bellissimo, se lo fai con piacere; purtroppo, da diversi anni non mi riesce più. Con piacere leggo e mi acculturo sulle cose che mi interessano, ed è nota a tutti la mia passione per la storia, l'Oriente, la storia dell'Oriente, ma anche la musica, e altri argomenti ad essi collegati... Quando "studio" per scrivere qualcosa di mio, qualcosa per me, anche se poi di solito rimane accessibile a tutti (vedi Wikipedia), e sinceramente mi dispiace quasi chiamarlo "studio" perché nonostante quello alla fine diventi per me quella parola ha inevitabilmente un connotato negativo, allora quello studio non mi pesa per niente, anzi passerei giornate intere probabilmente a fare ricerche su quel determinato argomento. Non posso dire lo stesso quando lo studio mi è in un certo senso imposto: non importa tanto il fatto che un argomento mi piaccia o meno (io amo la storia e lo sapete, e leggerei molto volentieri tutto il libraccio sul Medioevo che ho comprato per l'uni... Per piacere mio) o che sia stato io comunque a scegliere quella determinata facoltà (che mi ha eliminato materie che invece oltre a comportarmi il peso dello studio erano anche ostiche e poco interessanti per me), ma non riesco a rendere lo studio qualcosa di più di un hobby, questo è. Non riesco a renderlo un lavoro. Non voglio un lavoro basato sullo studio. L'ho detto, e probabilmente saranno le parole più vere che mi sentirete dire, perché più che stanco, stressato, sfinito, disperato ora sono in cerca di una risposta vera al perché un argomento che mi appassiona tanto e una facoltà che seguo così volentieri alla fine mi diano problemi quando si tratta di dover superare esami, memorizzare contenuti, al punto da non riuscire minimamente a fare con piacere qualcosa che farei comunque ma con immenso piacere se non fosse un obbligo... No, non è questa la mia strada, e forse dovrei dire che "per fortuna" ci sono arrivato ora e non tra tre o quattro anni, presumibilmente buttati nel mentre.

Che fare mo'? La risposta è semplice: non ne ho la più pallida idea. Ho bisogno di soldi, quindi ho bisogno di un lavoro: potrei iniziare a cercare qualcosina, anche part-time, e intanto andare avanti con gli studi. Sono intenzionato a continuare il percorso, anche se probabilmente al rallentatore, almeno finché non avrò trovato non dico un'alternativa degna di essere chiamata tale, ma almeno un'alternativa... Con la triennale potrei avere il posto in qualche biblioteca, e potrebbe essere un lavoro davvero molto interessante, anche se va valutato: potrei stringere i denti fino a quel punto e, anche se con la triennale di Lettere non fai molto, provare nel caso quella strada, considerando che potrei anche da semplice diplomato ma con una laurea anche triennale avrei chance in più, e non si butta via nulla. È banale dire che trovare qualcosa non sarà semplice, ma chissà... Probabilmente mi sarei anche divertito come professore, ma trovo evidente in questo momento che non è realmente quello il mio posto.

Nel dubbio, ridatemi il mio sorriso: ho bisogno di affrontare le cose con ottimismo e serenità, o mi ritroverò inevitabilmente a 30 anni a chiedervi se avete una monetina. Aver raggiunto questa consapevolezza (anche se continuerò a rifletterci per avere conferme nel tempo da me stesso) significa che attualmente autonomamente posso campare solo di ciò che produco, e siccome siamo nel 2024 e non sono un artigiano della qualità attualmente ve posso cantà 'na canzone (letteralmente). Se qualcuno crede veramente nel mio talento come autore/cantautore (non guardate me) faccia una mini-colletta per comprarmi un microfono e un minimo di attrezzature per registrare decentemente, oppure mi trovi un Andrea occhialuto un po' pazzo con uno studio di registrazione piccino picciò frequentato da tre gatti e quattro cani, possibilmente a nord di Firenze. Grazie 🥹 (battute a parte, sicuramente sarebbe bello poter campare di quello, visto che comunque vada scrivo per necessità e difficilmente smetterò col tempo, ma ho bisogno innanzitutto di qualcosa di concreto... Per i sogni tempo al tempo, se sarà sarà e se non sarà non sarà e sarò felice comunque suvvia).