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3 settimane fa

I santi di oggi 23 maggio:

I santi di oggi 23 maggio:

nome San Desiderio di Langres- titolo Vescovo e martire- nascita III secolo, Genova- morte IV secolo, Langres- ricorrenza 23 maggio- Attributi bastone pastorale, palma e cefaloforia- Patrono di Assago, parti difficili e giuramenti- Desiderio nacque a Genova, nelle campagne di Bavari, nel IV secolo. Fu Vescovo di Langres, quando i feroci Vandali, barbari e Ariani, invasero la Francia. Assediata la città, i Vandali poterono conquistarla con grave difficoltà, perché i cittadini si batterono con indomito valore. Gli aggressori se ne vendicarono nel saccheggio, che fu d'inaudita ferocia. Il Vescovo Desiderio cercò di mitigare le violenze, supplicando Croco, il capo dei barbari, in nome del suo popolo. Gli presentò un Vangelo, ma il Vandalo, che pur era cristiano, anche se eretico, ordinò che il Vescovo fosse colpito a morte. Fu decapitato nel 355 d.C. Si narra che dopo la sua decapitazione, il santo vescovo, come tanti altri cefalofori, raccolse la sua testa e rientrò in città, attraverso una fenditura della roccia che si era aperta per farlo passare, tale apertura viene ancora oggi mostrata. Atanasio di Alessandria lo indica come partecipante al concilio di Sardica del 343, ma compare anche nel concilio di Colonia del 346. Desiderio, che in francese suona Didier, è assai diffuso sia nella toponomastica sia come nome di Battesimo. Più raro è invece in Italia il nome di Desiderio, portato da un celebre scultore fiorentino del '400, Desiderio da Settignano. Eppure non tutti i Santi di nome Desiderio sono francesi come i quello di oggi. Altri sono ricordati a Pistoia, a Pozzuoli, a Piacenza e a Gignese, in provincia di Novara. Il loro culto, però, ha avuto minor diffusione, limitando perciò anche la diffusione di questo bel nome, che esprime sia il desiderio di un figlio terreno, sia quello della sua eterna salvezza. MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Langres, in Frància, la passione di san Desidèrio Vescovo, il quale, vedendo che il suo popolo era straziato dall'esercito dei Vàndali, si presentò al loro Re per supplicarlo in favore di quello. Avendo poi il Re ordinato che subito lo scannassero, egli volentieri porse il collo per le pecorelle affidategli, e, percosso dalla spada, se ne volò a Cristo. Patirono insieme con lui anche molti altri appartenenti al suo gregge, i quali furono sepolti presso la medesima città.

nome San Giovanni Battista de' Rossi- titolo Sacerdote- nome di battesimo Giovanni Battista de' Rossi- nascita 22 febbraio 1698, Voltaggio- morte 23 maggio 1764, Roma- ricorrenza 23 maggio- Beatificazione 13 maggio 1860 da papa Pio IX- Canonizzazione 8 dicembre 1881 da papa Leone XIII- Santuario principale Chiesa di San Giovanni Battista de Rossi- Patrono di Voltaggio-bNato a Voltaggio, vicino a Genova, da famiglia rispettabile, Giovanni Battista all'età di dieci anni venne affidato, per la sua istruzione, alle cure di un nobile genovese e di sua moglie. La parentela con membri dell'Ordine dei cappuccini gli consentì di essere chiamato a Roma e, a soli tredici anni, entrare nel Collegio Romano. Studiò troppo duramente, fu sconsiderato nella mortificazione ed ebbe un collasso nervoso; ripresosi poté essere ordinato prete nel 1721. Amava visitare gli ospedali e un asilo notturno per bisognosi, fondato da papa Celestino III, dove operò per quarant'anni, consolando e istruendo i pazienti. Visitava spesso anche l'ospedale della SS. Trinità dei Pellegrini. Aiutava inoltre i mercanti di bestiame che vendevano animali nel mercato del Foro Romano. Nel suo asilo di S. Luigi si prendeva cura di donne e ragazze senza tetto, di mendicanti e prostitute. Per alcuni anni fu restio a esercitare il ministero della confessione, ma in seguito a un periodo di convalescenza ebbe modo di scoprire il suo carisma per la direzione delle anime. Nel 1731 divenne cappellano in S. Maria in Cosmedin. Penitenti d'ogni tipo affollavano il suo confessionale; erano talmente numerosi che egli fu in parte dispensato dall'obbligo di recitare l'Ufficio divino. Succedette al cugino come canonico, devolvendo le sue entrate in elemosine e al fine di dotare la chiesa di un organo e di un organista. Viveva in povertà estrema, abitando in una soffitta. Papa Benedetto XIV gli affidò corsi d'istruzione per ufficiali delle carceri e altri funzionari statali (incluso il boia). Raggiunse una considerevole fama come predicatore, soprattutto nei conventi. Colpito da paralisi nel 1763, morì l'anno dopo all'età di sessantasei anni. Era così povero che l'ospedale della SS. Trinità dovette far fronte alle spese del suo funerale, che fu celebrato dall'arcivescovo, seguito da duecentosessanta sacerdoti e accompagnato dal coro del papa. Fenomeni soprannaturali e guarigioni miracolose fecero seguito alla sua morte. La causa della sua beatificazione cominciò nel 1781; fu canonizzato nel 1881. Il 23 maggio 1965 le sue reliquie furono trasferite nella nuova parrocchia di Roma a lui dedicata. MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma san Giovanni Battista De Rossi, Sacerdote e Confessore, celebre per la pazienza e per la carità nell'evangelizzare i poveri.

nome Santi Lucio, Montano e compagni- titolo Martiri- ricorrenza 23 maggio- Questi martiri cartaginesi Subirono tutti il martirio durante la persecuzione di Valeriano, nel corso della quale fu ucciso anche S. Cipriano (16 set.). Gli Atti a loro contemporanei sono generalmente accettati come veri e degni di fede, fornendo un legame diretto con coloro che nell'Africa del secolo patirono per Cristo. Il governatore Solone era stato il bersaglio di un'insurrezione a Cartagine, e invece di indagare per scoprire il vero colpevole, fece arrestare otto cristiani, molti dei quali erano chierici di Cipriano, e tutti suoi discepoli. Subito dopo il loro arresto i servi del governatore dissero loro che sarebbero stati arsi vivi: essi però pregarono con fervore di essere liberati da quella punizione. Vennero poi rinchiusi «in una prigione molto buia e scomoda [...] ma non eravamo spaventati dalla sporcizia del posto, perché la nostra fede e gioia nello Spirito Santo ci riconciliarono con le soffe-renze, anche se erano tali da non poter essere facilmente descritte». Reno ebbe anche la visione di parecchi prigionieri che uscivano fuori, preceduti da una lampada accesa: erano i futuri martiri che seguivano Cristo, vera lucerna per i loro passi. Il giorno seguente il governatore mandò a prenderli per interrogarli: «Fu un trionfo per noi essere resi come uno spettacolo attraverso il luogo del mercato e lungo le strade con le nostre catene che risuonavano». Il governatore li interrogò; le loro risposte furono miti e ferme. Furono così rispediti in prigione, dove rimasero senza cibo c bevanda per molti giorni. Si registrarono altre visioni. Il prete Luciano riuscì infine a ottenete da un suddiacono e un catecumeno portassero loro del cibo. Questo «cibo che non viene mai meno» fu probabilmente l'Eucaristia. Ugualmente straordinaria era l'esigenza di condividere lo spirito della carità: «Noi abbiamo tutti un solo e unico spirito che ci unisce e ci lega nella preghiera, nei rapporti vicendevoli e in tutte le nostre azioni. Sono questi i vincoli d'amore che spingono il diavolo alla fuga e sono molto graditi a Dio [...] questi sono i legami che uniscono insieme i cuori e rendono gli uomini figli di Dio [...] È impossibile per noi ottenere l'eredità della gloria celeste, se non conserviamo con i nostri fratelli quell'unione e quella pace che il Padre celeste ha costituito tra noi». Queste sono le parole dei martiri; il resto della loro vicenda fu descritto da alcuni testimoni, come Flaviano, prima di morire, raccomandò loro. Dopo essere stati imprigionati per alcuni mesi in durissime condizioni, patendo oltre misura la fame e la sete, fecero una gloriosa professione di fede. Ciascuno di essi camminò fino al luogo dell'esecuzione ed esortò il popolo. Un certo Montano denunciò l'orgoglio e l'ostinazione degli eretici, dicendo loro che avrebbero potuto riconoscere la vera Chiesa dalla moltitudine dei suoi martiri. Esortò coloro che avevano ritrattato a completare la loro penitenza e incoraggiò l'insieme dei vergini a conservare la loro purezza e a onorare i vescovi. Poi pregò ad alta voce che Flaviano, di cui per richiesta del popolo era stata sospesa l'esecuzione, potesse seguirli il terzo giorno. Egli divise in due parti la benda che gli doveva coprire gli occhi, lasciandone una metà per Flaviano e chiedendo di poter dividere con lui la stessa tomba. Fu quindi giustiziato con la spada. Flaviano lo seguì pochi giorni più tardi, dopo aver consolato la madre ed essere stato sottoposto alla tortura. Disse ai cristiani che lo seguivano che S. Cipriano, gli aveva assicurato in visione che «il corpo non avverte il dolore, quando l'anima si offre interamente a Dio». Sul luogo dell'esecuzione pregò per la pace e l'unità della Chiesa e dei fratelli. Bendandosi gli occhi con la metà della benda di Montano e inginocchiandosi in preghiera, ricevette l'ultimo colpo. In passato questi martiri erano venerati il 24 febbraio. MARTIROLOGIO ROMANO. A Cartagine, nell’odierna Tunisia, santi Lucio, Montano, Giuliano, Vittoríco, Vittore e Donaziano, martiri, che, per la religione e la fede che avevano appreso dall’insegnamento di san Cipriano, affrontarono il martirio sotto l’imperatore Valeriano.

Con grande gioia e riconoscenza verso Dio oggi apprendiamo la lieta notizia: il Sommo Pontefice papa Francesco ha riconosciuto valido un miracolo di guarigione di una ragazza per l'intercessione del Beato Carlo Acutis e perciò sarà elevato agli onori degli altari; con la Canonizzazione il suo culto sarà reso universale. Rendiamo grazie a Dio per il dono di questo suo figlio e umile servo.

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