@Namskot

26/06/2023 alle 20:19

Teologia omerica

Teologia omerica

La giustificazione estetica dell'esistenza non fu inventata dal giovane Nietzsche, ma soltanto con lui trovò un nome. Prima era il muto presupposto della vita Greca sotto gli dei olimpi. La perfezione dell'apparire era indissolubilmente congiunta ad una accettazione della vita senza riscatto, senza salvezza, e circoscritta alla meraviglia del suo manifestarsi. La vita scelta da Achille, breve, splendida ma irrecuperabile è l'immagine della vita stessa quale è intesa dal pensiero Omerico.

Quando la vita si accendeva, nel desiderio o nella pena, o anche nella riflessione, gli eroi omerici sapevano che un dio agiva tramite loro. Lo subivano e lo osservavano, ma ciò che avveniva era una sorpresa innanzitutto per loro. Così devastati dalle loro emozioni, dalle loro vergogne ma anche ingannati dalle loro glorie, furono i più cauti nell'attribuirsi l'origine degli atti. «Tu per me non sei causa, gli dei soltanto sono cause» dice il vecchio priamo guardando Elena sulle porte Scee.

Non riusciva a odiarla, né a vedere in lei la colpevole di nove anni sanguinosi, forse l'unico che aveva intravisto l'enigma di Elena.

Nessuna psicologia ha fatto un passo oltre, da allora, se non inventare, per quelle potenze che ci agiscono nomi più lunghi, più numerosi, più goffi e sicuramente ingannevoli nello loro superbia di di comprendere ciò che accade nel piacere e nell'orrore della vita umana. I moderni sono fieri soprattutto della loro responsabilità, ma così pretendono di rispondere con una voce di cui non sanno neppure se a loro appartiene. Gli eroi omerici non conoscevano una parola ingombrante come «responsabilità», e sicuramente non l'avrebbero mai creduta. Per loro è come se ogni delitto avvenisse in uno stato di infermità mentale. Ma quell'infermità mentale significa qui la presenza operante di un dio.

Ciò che per noi è infermità, per loro è infatuazione divina ( àtē). Sapevano che quell'invadenza dell'invisibile portava con sé, spesso, la rovina: tanto che col tempo àtē passò a significare rovina. Ma sapevano anche e Sofocle lo disse, che nulla si avvicina di grandioso alla vita mortale senza l' àtē. La Grecia antica ossessionata dalla tracotanza (hýbris) era anche quella che guardò con la massima incredulità alla pretesa che ha il soggetto di fare qualcosa. Ciò che il soggetto sicuramente fa è il mediocre: se un soffio di grandezza lo sfiora, sia essa turpe o virtuosa, non è più il soggetto ad agire, ma il dio. È evidente che per l'eroe omerico non sussisteva il colpevole, ma solo la colpa, la colpa è come un miasma che assorbe e infetta tutto non solo il colpevole ma anche la vittima, una forza cieca su cui l'uomo ma neanche gli dei hanno potere.

Per gli eroi che combattevano sotto Troia, la vita non era un qualcosa che chiedeva di essere salvato. Non disponevano neppure di una parola per dire «salvezza», se non phàos, «luce». Salvezza era un riaffermarsi temporaneo di qualcosa che è. Non intendevano salvare l'esistente, né salvarsi dall'esistente. L'esistente non era salvabile. La vita:insanabile, da accettare quale era, nella sua malignità e nel suo splendore. Si poteva solo desiderare di mantenersi ancora per qualche momento sulla cresta del flutto, prima di ricadere nell'ombra del ripido gorgo. La parola che più spesso qualificava la morte era aipýs, «scoscesa». Morte era quel precipitare, appena superata la cresta dell'apparire.

L'aspetto più terrorizzante dell'oltretomba omerico è l'indifferenza, che si manifesta come assenza di punizioni. Perché distinguere meriti e colpe, se lì tutti diventano uguali nell'indistinto delle ombre, nell'inconsistenza, dove unico desiderio è quello di bere sangue per ristorare i ricordi della loro anima sbiadita nel nulla.

Niente è più emblematico di questo delle parole di Achille a Odisseo in risposta a quest'ultimo che lo chiamava felice anche fra i morti perché anche là ha conservato grande potere.

«Non truccarmi la morte nobile Odisseo. Preferirei vivere come guardiano di buoi, al servizio di un povero contadino, dalla tavola neppure abbondante, piuttosto che regnare su questi morti consunti». Soltanto perché la vita è irreparabile e irripetibile, la gloria dell'apparire può raggiungere una tale intensità. Qui non vi è un significato o un rimando a qualcos'altro come poi la tirannia platonica riuscirà a imporre. Qui l'apparenza è il tutto, la perfezione della vita nel suo breve manifestarsi nell'essere.

Fra Omero e ogni teologia successiva, inclusa quella di Esiodo, sussiste una differenza radicale, che provoca scandalo, Omero come dice bene Plutarco si rifiuta di distinguere fra dei e daìmones, questo vieta ogni concezione di una scala dell'essere e impedisce di scaricare sui daìmones tutte le azioni tenebrose degli dei, ma se non c'è una scala nel piano del divino non c'è neanche una scala nel piano degli uomini, per Omero dire Eroe è come dire genericamente uomo, Omero è il nemico di ogni mediazione e questo produsse un vuoto, una mancanza nella descrizione dei cieli, mancanza che desterà nei nemici di Omero, gli orfici e Platone un ira funesta.

La concezione Omerica che racchiudeva in unicum cielo e terra in una perfezione che inglobava tutto su un solo piano era destinato a sparire presto, nella Grecia antica comparvero gli Orfici, la setta del libro. Per ogni atto della vita compariva una misteriosa contabilità cosmica di cui loro si facevano i portavoce, bussavano alle porte dei ricchi e sussurravano di essere gli unici ad avere accesso agli dei.

Se qualcuno si sentiva gravato da una colpa o se qualcuno voleva fare del male ad un nemico: con denaro erano pronti ad aiutare. Sacrifici, incantamenti, purificazioni. Chi si rifiutava doveva sopportare il loro sguardo maligno e le loro infauste maledizioni, laggiù nell'Ade gli erano promesse terribili sofferenze. Furono accolti con sospetto ma anche con impazienza. Per gli eredi del pensiero forte Greco, come Platone e Aristotele, la loro falsità era data dalla forma inelegante e meschina con cui pensavano di commerciare il divino al livello dell'uomo eppure gli orfici vinsero tramite loro.

Ma la forma del dialogo increspato magari dall'ironia sarà quella forza che trasmetterà il messaggio di guardare e cavalcare l'essere nella mediazione dal tartaro verso i cieli iperuranici: «Liberarsi dal cerchio che da affanno e pesante dolore» La vita terrena come un fardello e a cui sempre si avvolge la colpa. E questo dogma fondatore degli Orfici venne trasmesso più dallo stile di Platone che dalle formule mistagoghe di questi adepti del libro e finì per saldarsi con l'invito evangelico a sottrarsi al Principe di questo mondo, ovvero Satana.

Soltanto chi ha fuggito il mondo con furia pagana e cristiana, soltanto chi risiede in uno spicchio dell'anima che proviene da fuori, da laggiù, soltanto chi al mondo non appartiene interamente può usare il mondo e trasformarlo con tanta efficacia e spregiudicatezza. E, con il finale passaggio all'atto nell'usare il mondo, si giunge a quell'epoca che non è né pagana né cristiana, ma continua ad applicare, senza saperlo, quel doppio movimento del distacco e della fuga, mentre intanto affonda il suo artiglio nella terra e nella polvere lunare.

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38 commenti
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@Namskot

un anno fa

@Mistral_

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@Lulaina

un anno fa

Molto interessante questa analisi parapsicologica della divinità come causa, che oggi si potrebbe traslare in concetti come gli astri ecc. Veramente molto molto superlativo. Dopo leggo con calma, ora sto facendo il revisore (di certi termini non so il femminile)

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@Namskot

un anno fa

@ilfigliodelfuhrer fratello tedesco volevo annoiarti un pò,@porcoverde taggo anche te amico, un pò di noia culturale per mostrarti che ti vogliamo bene e non ci dimentichiamo di te :)

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@Namskot

un anno fa

@Albin

+2 punti

@Gioforchio

un anno fa

L'ho letto velocemente devo ammetterlo, ma è una figata. Na Bomba bravissim

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@Namskot

un anno fa

@cookiepink quando Leo ti miagola contro significa che sta cercando di dirti queste cose😂😂😂

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@Namskot

un anno fa

@Ginevra_2003

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@Merduxx

un anno fa

Che figata, Prigozhin approva 👍

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@Carlous_Rex

un anno fa

Me l'ero perso. Domani mattina lo leggo. E a pomeriggio.... Tusecriade

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@Namskot

un anno fa

@Lulaina

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@Namskot

un anno fa

@DICO_LA_VERITA

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@Namskot

un anno fa

@AsessualeScarso

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@Namskot

un anno fa

@Gioforchio

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@Namskot

un anno fa

@Stronzonelcuore

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@Namskot

un anno fa

@Carlous_Rex

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@eliminato

un anno fa

che sicuramente leggerò

-1 punto